lunedì 10 maggio 2010

Giuseppe Galzerano

GIOVANNI PASSANNANTE

La vita, l’attentato, il processo, la condanna a morte, la grazia ‘regale’ e gli anni di galera del cuoco lucano che nel 1878 ruppe l’incantesimo monarchico

Galzerano editore, Casalvelino Scalo, 2004, pag. 864, con foto ed illustrazioni, euro 30



Giovanni Passannante, il cuoco lucano che nel 1878 a Napoli attentò alla vita di Umberto I, è un’attenta e minuziosa ricostruzione del primo attentato al re d’Italia e di tutte le vicende legate al gesto di Passannante, solitario e coraggioso "regicida" dell’Ottocento, che vende la giacca per acquistare il coltello e attentare alla vita del re. Il volume – frutto di un’attenta ricerca archivistica e giornalistica – registra la dura repressione seguita all’attentato di Passannante e si sofferma a lungo anche sull’arresto di Giovanni Pascoli, colpevole
d’aver letto a una riunione un’
Ode a Passannante, strappandola subito dopo. Inoltre il paese natale fu cancellato dalla geografia del regno d’Italia: Salvia, costretta a cambiare nome, dovette prendere quello servile di Savoia di Lucania, come si chiama ancora oggi.
Al processo Passannante fu condannato a morte, pena poi commutata dal re nell’ergastolo a Portoferraio, dove – legato ad una catena di diciotto chili – sarà sbattuto in una cella buia, sotto il livello del mare, in condizioni disumane, così come denunzieranno l’on. Agostino Bertani e la giornalista Anna Maria Mozzoni. Trasferito a Montelupo Fiorentino, muore nel 1914. Alla morte fu decapitato e il cervello e il cranio sono stati esposti in un museo criminologico di Roma fino ad un anno fa.
Il volume, in elegante veste tipografica, è la storia dell’altra Italia con un’incredibile serie di persecuzioni, che vanno oltre la morte dell’attentatore.

Per approfondire:

Nessun commento:

Posta un commento