venerdì 7 maggio 2010

Giuseppe Galzerano

Le memorie di Antonio Galotti e la rivolta del Cilento del 1828

Galzerano Editore, Casalvelino Scalo, 1998,
pag. 464 con foto e documenti, rilegato € 23


Per sfuggire alla sanguinaria repressione scatenata dalla magistratura e dalla polizia borbonica, sette insorti della rivolta del Cilento del 1828, Domenico, Donato e Patrizio Capozzoli, Domenico Antonio Caterina, Francesco Giardella, Antonio Galotti e Pasquale Rossi - dopo un avventuroso viaggio su una barca di fortuna dirottata - riuscirono a rifugiarsi in Corsica. Antonio Galotti, carbonaro e filadelfo, che della rivolta era stato tra i principali organizzatori pubblicò in Francia ed in francese queste Memorie, nel 1831, che ora, tradotte per la prima volta, rappresentano un documento estremamente significativo su un personaggio di rilievo e di un momento eccezionale nella storia del Cilento.

Alle Memorie viene anteposto un saggio corposo e documentato sulla rivolta e sulle vicende di Galotti e degli altri protagonisti.

“La rivolta fu domata con torrenti di sangue e di terrore. Gli insorti furono catturati, subirono processi farsa, patirono anni e anni di galera ‘ai ferri’, molti furono condannati a morte: le loro teste vennero esposte in gabbie di ferro, innalzate nelle piazze dei paesi e lungo le strade dove abitavano i familiari.” Il paese di bosco fu poi fatto radere al suolo, e, come a rendere immune il terreno da un maleficio, fu cosparso di sale e cancellato come comune.


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